Caro/a,

Abbiamo appena finito un programma in onore del Mahasamadhi di Paramhansa Yogananda, avvenuto il 7 marzo 1952. Vi è una forte corrente di energia che viene rilasciata in occasione di festività sacre, in particolare il compleanno di un grande Maestro e l’anniversario della sua scomparsa. Come un surfista che cavalca un’onda gigante, siamo in grado di compiere rapidi progressi se facciamo uno sforzo spirituale sincero in questi momenti sacri.

La celebrazione di Ananda ha avuto luogo in un bel centro, The School of Ancient Wisdom, vicino a Bangalore, in India. Costruito solo venti anni fa, il centro ha già potenti vibrazioni perché è stato creato da un’ispirazione divina e perché viene usato solo da gruppi spirituali. Insieme al nostro gruppo di settanta persone, si trovava lì un altro gruppo di altrettante persone devote a Babaji, che frequentava il centro una volta all’anno. L’ambiente è molto bello, con opere d’arte, alberi e fiori. La bellezza, di per sé, aggiunge una vibrazione elevata, portando il ricordo inconscio del mondo astrale.

Gli originali giardini zen hanno avuto inizio come giardini ornamentali o dei piccoli paradisi. Successivamente si sono sviluppati come repliche di scene famose, create per salvare l’imperatore dal dover fare un viaggio faticoso. Infine, si sono evoluti nei giardini più stilizzati e simbolici che vediamo ora. Non importa quale sia la forma esteriore, ogni volta che viene creato un giardino, un po’ del mondo astrale discende sulla terra.

Swami Kriyananda ha sempre creato bellezza intorno a lui – edifici,  viste panoramiche, oggetti semplici ma belli e, soprattutto, fiori. Crystal Hermitage, dove ha vissuto [per diversi anni N.d.T.], è famosa per il suo festival annuale dei tulipani. Ogni mese di aprile più di diecimila tulipani portano gioia a cinque o sei mila visitatori, alcuni dei quali hanno detto che questi sono i giardini più belli che abbiano mai visto. Paramhansa Yogananda scrisse: “Nei fiori appena sbocciati, con la loro fragranza e i loro petali colorati, Dio sorride invitante come per volerci dire: “Ricordati di Me”.

I devoti indiani amano le forme e i colori dei fiori di Dio, e fanno delle incredibili decorazioni sull’altare come simbolo del loro amore per Lui. Ogni volta che facciamo un programma, delle composizioni floreali segnano il percorso verso il tempio o il luogo del satsang. Poi arriva l’altare. Ah, l’altare! Di rado si trova una cosa simile in Occidente. Ogni immagine è ornata con una ghirlanda, come l’altare stesso. Ghirlande di calendula si riversano giù sul pavimento, sulle sedie e talvolta in tutta la stanza.

Di recente abbiamo tenuto un’iniziazione al Kriya a Chennai, dove le decorazioni floreali sono più che spettacolari. Come parte della cerimonia Kriya, ogni persona offre dei fiori sull’altare. In Occidente si offre di solito un singolo fiore, spesso una rosa, o, al massimo, un piccolo bouquet. Non a Chennai. Uno dopo l’altro venivano all’altare e alcune persone avevano dei vassoi pieni di fiori. Non li lasciavano semplicemente di fronte a un’immagine come farebbe un occidentale, bensì cominciavano a decorare tutto l’altare. Io incominciavo per un attimo a diventare un po’ impaziente, visto il tempo che questo prendeva. “Non possono essere un po’ più efficienti?”, mi chiedevo. E poi ho realizzato e riso della mia follia. A cosa Dio tiene di più: all’efficienza o alla devozione? Mi sono rilassato e ho iniziato a godere e ad ammirare quell’espressione d’amore.

Sì, ho pensato, i fiori sono un simbolo dell’amore che Dio ha per noi… e del nostro amore per Lui.

Nell’amore dei fiori,

Nayaswami Jyotish